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Bruna Aprea nasce a Napoli, nel 1945. Artista di livello internazionale, le sue opere, oltre che in Italia, fanno parte di collezioni negli Stati Uniti, in Canada, Australia, Inghilterra, Germania, Austria, Svizzera, Spagna, Tahilandia. La sua produzione, quasi quarantennale, la pone nel quadro della pittura italiana come una delle posizioni originali di punta nell’ambito della figurazione. Dal suo maestro Mino Maccari, Bruna Aprea ha appreso l’arte di raccontare la vita umana attraverso delle metafore.
Anni fa burattini, mostri e personaggi del circo; recentemente un nutrito ciclo su angeli e diavoli; ora il porco.
Questa figurazione moralistica sulla commedia umana, di incisiva qualità visionaria, è stata spesso accostata al surrealismo, mentre in realtà appartiene a quel filone dell’arte che dall’antichità si è occupata del mostruoso e del grottesco. La demonologia laica della Aprea per tecnica, humour, raffinatezza psicologica e ampiezza, si pone oggi come un caso unico nell’arte contemporanea. Oltre quaranta mostre personali in Italia ed all’estero e oltre 20 collettive.
Presente in alcune aste di Sotheby’s e Brera Arte, ha avuto presentazioni redazionali nei maggiori quotidiani ed in riviste d’arte.
Nel giardino delle delizie
Il Porco: collocarlo ai nostri antipodi, per illuderci di avere delle certezze.
L’incontro-scontro tra noi e la bestia immonda e sacra è necessario, vitale per non dimenticarci di essere “umani”. In tempi di convivenza e simbiosi si perdono i parametri, il porco entra in noi e non ce ne accorgiamo.
Bruna Aprea
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