Tra le pubblicazioni cui ha partecipato ricordiamo:
“Il bosco”, con Ferdinando Albertazzi, 1980; “I giardini”, con un testo di Gianni Milano, 1986; “Geldwesen” di Giorgio Luzzi, 1987; “Le Vallette”, con un testo di Maurizio Corgnati, 1988; “La valigia”, con una poesia di Roberto Rossi Precerutti, 1989; “Per Viola” di Piero Amerio, 1994; “Figurazione 1° Vol.”, 1995; “Il vino di Baudelaire”, 1997; “Il canone di che”, con una poesia di Mario Lunetta, 1998; “I paesaggi del vino”, con una poesia di G. Isella, 2000; “La fontana narrativa”, di René Char, 2001; “La pataca mericana”, di Ettore Baraldi, 2001; “Chiara nel tempo”, di Luca Ragagnin, 2002.
Hanno scritto saggi o recensioni sul suo lavoro:
Ferdinando Albertazzi, Gian Carlo Angeleri, Giorgio Brizio, Elvira Cassa Salvi, Paride Chiapatti, Franz Clemente, Eugenio Comencini, Tiziana Conti, Giuseppe Cordoni, Mauro Corradini, Angelo Dragone, Mario De Micheli, Alessandra Ferrante, P. Fornaciari, Morena Ghilardi, Cristina Giudice, Paolo Levi, Mario Lunetta, Giorgio Luzzi, Teodosio Martucci, Angelo Mistrangelo, Gianni Milano, Aurelio Natali, Paolo Nesta, Monica Perosino, Franco Poli, Roberto Rossi Precerutti, Francesco Prestipino, Luca Ragagnin, Franca Romè, Giorgio Seveso, Roberto Tassi, Renato Valerio.
Come una bandiera
“… Un flusso dinamico di elementi eterogenei tra di loro, sbilancia lo sguardo sulla vertigine di uno spazio interno, il nostro esistenziale, in una dimensione in cui il segno è metafora, il particolare diviene simbolo dell’universale e la rappresentazione pittorica diaframma tra il reale e l’immaginario. Anche l’utilizzo di una tecnica mista, in cui il tratto del disegno si fonde e si confonde con inserti di colore, ha come effetto grafico un senso d’ambivalenza ed indeterminazione dell’immagine. Vi è, dunque, nei lavori di Seveso, un continuo passaggio dal formale all’irrazionale, dal fisico al metafisico e, al tempo stesso, una tensione inversa, che comprende le pulsioni ed i pensieri entro una cornice evocata dai continui riferimenti alle inquietudini del presente e alla consapevolezza razionale della quotidianità…”
Monica Perosino
dal Giornale dell’Arte, 03.06.2000