Della sua opera hanno scritto:
Roberto Sanesi, Dino Villani, Alberto Longatti, Mario Portalupi, Renato Valerio, Piero Bettinzoli, Pierangelo Rabozzi, Gioachino Barzaghi, Giorgio Seveso, Mario Peruzzo, Elio Marcianò, Giuseppina De Maria, Marco Marelli, Ivano Cavallaro, Furio Ricci, Luigi Cavadini, Stefano Bosisio, Francesco Valentini, Roberto Festorazzi, Evelina Borgesi, Lanfranco Serrini, Luigi Mistò, Giuliano Gavinelli, Mario Radice, Marco Luppi, Franco Cajani, De Romans, Flavia Sbrolli, Elena Di Raddo, Natale Maffioli, Angelo Montonati, Nicola Campanella, Nicoletta Colombo. Della sua opera si è interessata la stampa di livello nazionale, la RAI, “Il Quaderno” de L’Osservatore Romano.
Bibliografia:
“Un affresco francescano – Genesi di un’opera”, a cura di Mario Peruzzo. “Dalla meraviglia alla memoria – Arte e Fede nella Chiesa di Brescia”, a cura di Gioachino Barzaghi e Piero Bettinzoli. “Mario Bogani – L’ Arte al servizio dell’Uomo”, a cura di Renato Valerio. “Le immagini della vita tra fede e lirismo”, a cura di Giorgio Seveso. “Inno alla vita” a cura di Renato Valerio e Giuseppina De Maria.
Opere pubbliche realizzate:
Cirimido, Como, Lecco, Varese, Azzio, Ceriano Laghetto, Lurago Marinone, Mornago, Binzago, Nasca, Bugnate, Vertemate, Cesano Maderno, Vedano Olona, Acquaseria, Turnon (Francia), Khartoum (Sudan), Balerna (Svizzera), Castel S. Pietro (Svizzera), Wander Wilden (Olanda), Wad Medani (Sudan), Gedda – Palazzo Reale di Re Khaled (Arabia Saudita), Ambasciata dello Zaire – Roma, Punta Arenas (Cile), Chacas (Perù), Teheran (Iran) Roma Città del Vaticano (ritratto di Papa Wojtyla), Roma Biblioteca Vaticana (ritratto del Cardinale Stickler), Roma (sede centrale Salesiani), Clivio, Pero, Alserio, Magenta, Albate, Mantegazza, Nerviano, Barruccana, Misinto, Torino- Colle Don Bosco, Brescia, Firenze, Caversaccio, Montodine, Cairate, Schio, Sesto S. Giovanni, Bologna, Avola, Brunate, Grosio, Grosseto Edicola, Boarezzo, Lodi.
Serenità familiare
Quando si è chiamati ad assolvere un lavoro artistico che si pone il compito di divenire un segno di riferimento positivo per la società e, contemporaneamente, rimanere una traccia tangibile permanente quale testimonianza del tuo operare inteso anche come “mestiere”, ritengo che la responsabilità che ti viene attribuita sia molto grande, in particolare per i molteplici coinvolgimenti che questo mandato implica sia all’indirizzo di ordine artistico, che etico e morale ed anche per le funzioni e le finalità oggettive che inevitabilmente questo lavoro riveste, sia nell’immediato che in proiezione futura, soprattutto nei confronti dei destinatari e fruitori della proposta che viene formulata.
Il dipinto che ho realizzato a Casoli è nato dopo attente riflessioni sull’onda delle urgenze, contingenze e precarietà, che incidono in modo negativo nella vita sociale del nostro tempo. Non ha la funzione di un messaggio a sfondo demagogico o criptico sociale. Vuole essere semplicemente un invito al riguardante al fine di stimolarlo per aiutarlo a ripensare la nostra storia, per riscoprire i veri valori della vita che, a mio parere, si formano e crescono in primis attraverso la “piccola società famiglia”, che è la prima e vera scuola di vita che in senso positivo ci aggrega. La famiglia, quindi, intesa come prima vera base maestra di vita su cui puntare per poter aspirare alla costruzione e alla proiezione di una società futura che si riveli migliore di quella attuale.
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